Resistance Training Caffè Sovraccarichi e salute

Sovraccarichi e salute

di Matteo Romanazzi PhD

Il potenziamento muscolare riveste una parte importante del miglioramento della condizione fisica nella maggior parte delle discipline sportive oltre ad avere un ruolo fondamentale sia nella prevenzione che nel trattamento dei traumi di tipo sportivo. Esso trova oggi ampio spazio anche nelle attività orientate al miglioramento dell’efficienza fisica (physical fitness) ed è proprio in questo ambito che il rapido sviluppo verificatosi negli ultimi anni ha indotto un proliferare di tecniche di allenamento ed attrezzature più o meno efficaci. Tale pratica ha ormai raggiunto una diffusione tale da coinvolgere uomini e donne di tutte le età. Il termine allenamento con sovraccarichi (AS) si riferisce ad una metodologia di condizionamento diretto ad incrementare le prestazioni di forza. Questa espressione riunisce tutte quelle metodiche in cui si fa uso di attrezzi, macchine o semplicemente il proprio peso corporeo per aumentare la resistenza che si oppone alla contrazione muscolare sia dinamica che statica a varie intensità (Phillips, 2007), con lo scopo di indurre adattamento ai carichi imposti durante gli allenamenti.

L’AS si distingue dagli sport come il sollevamento pesi, il power lifting, i lanci e tutte le competizioni dove è prevista una prestazione di forza in cui il sovraccarico è adottato come obiettivo. Al contrario nell’AS la resistenza viene utilizza come mezzo allenante in grado di indurre adattamento.

Tale adattamento vede la forza e potenza muscolare come le principali caratteristiche migliorabili. Oltre a ciò, recentemente, la ricerca medica in questo ambito ha evidenziato tutta una serie di vantaggi per la salute legati alla pratica dell’AS.
L’AS è stato oggetto di indagini in particolar modo per quanto concerne le possibilità di miglioramenti sulla salute e qualità della vita che è in grado di indurre nel soggetto anziano.

Il principale fenomeno di adattamento anatomico legato all’aumento della forza muscolare è l’ipertrofia che determina un aumento dell’area di sezione traversa (CSA) del muscolo stesso (Conroy, 1994; MacDougall, 1992). La forza massima generata da un muscolo è direttamente correlata alla sua CSA e questo spiega la relazione esistente tra massa corporea e livello di forza generale (Tittel, 1992). Nell’anziano l’AS sembra migliorare i livelli di forza e stimolare l’ipertrofia muscolare al pari dei soggetti più giovani (Yarasheski, 2003). Questo adattamento è in grado di contrastare il decadimento che subisce la muscolatura (sarcopenia) a partire dalla quarta decade di vita. Per lo stesso motivo l’AS riduce l’inabilità legata a debolezza e deficit funzionali che spesso accompagnano le persona più anziane contrastando l’effetto dell’atrofia muscolare (Peterson et al.,

Allenamento e sovraccarichi 3 ( o mettere tra appendici o aprofondimenti)

2011). L’incremento o il mantenimento della massa muscolare ha inoltre un effetto importante sul metabolismo basale contrastandone il rallentamento legato all’invecchiamento (Keys et al., 1973). Il tessuto osseo sembra subire alcuni adattamenti dopo un programma di AS. Sebbene non ci siano ancora indicazioni precise sui carichi di allenamento da adottare, soggetti giovani di entrambi i sessi hanno dimostrano incrementi di circa il 10% di densità minerale ossea totale. Nei soggetti anziani (in particolare donne post-menopausa) non si sono evidenziati degli adattamenti così elevati come nei giovani ma ci sono indicazioni sulla la possibilità di ridurre il grado di osteoporosi ed il rischio di fratture mediante AS (Guadalupe-Grau et al., 2009). Questi due adattamenti morfologici insieme a quelli neuronali sono in grado di contrastare il decadimento fisico nell’anziano assicurando un certo grado di indipendenza ed un miglioramento della qualità della vita.

A livello cellulare è stato evidenziato un certo grado di diluizione dei mitocondri muscolari causato dall’incremento di dimensioni della cellula, fenomeno che si è sempre ritenuto in grado di ridurre le capacità ossidative della cellula muscolare stessa (Chilibek et al., 1999). Contrariamente a quanto si è finora creduto si è notato un certo miglioramento della capacità ossidativa dopo AS. Questo sembra essere legato ad un incremento delle capacità enzimatiche dei mitocondri stessi e ad un aumento della densità capillare delle fibre muscolari come riportato da Tang et al. (2006). Pertanto si è indotti a pensare che l’AS possa stimolare adattamenti metabolici ma comunque non paragonabili a quelli ottenuti mediante programmi di allenamento di tipo aerobico.

Particolare attenzione è stata posta sugli effetti che l’AS può avere su alcune malattie. Sono stati indagati i benefici che si possono avere nei soggetti malati di diabete mellito di tipo due grazie ad una miglior risposta nella regolazione della glicemia (sensibilizzazione all’insulina, clearance del glucosio, ecc.) anche confrontando i risultati con quelli ottenuti dopo allenamento di tipo aerobico (Cauza et al., 2005).

Diversi studi hanno analizzato l’effetto sui parametri circolatori e plasmatici dell’AS spesso confrontando i risultati con allenamenti di tipo aerobico e/o concorrenti (AS e aerobico concomitante). Non è ancora del tutto chiarito l’adattamento dei valori pressori, infatti i dati disponibili in alcuni casi non riportano modificazioni significative mentre in altri riportano lievi riduzioni (∼3.5 mmHg) dei valori di pressione diastolica (Fagard, 2006). Il profilo lipidico complessivamente subisce miglioramenti in seguito ad AS in soggetti obesi (Costa et al., 2011) mentre i valori di HDL e LDL non sembrano subire particolari modifiche nei soggetti normopeso soprattutto confrontando i risultati con quelli ottenuti dopo allenamenti aerobici e/o concorrenti (Ghahramanloo et al., 2009).

Riassumendo, oltre agli effetti preventivi sulla salute già conosciuti, sono stati di recente evidenziati benefici dall’AS nel trattamento delle seguenti patologie:

Allenamento e sovraccarichi 3 ( o mettere tra appendici o aprofondimenti)

Cauza E, Hanusch-Enserer U, Strasser B, Kostner K, Dunky A, Haber P. Strength and endurance training lead to different post exercise glucose profiles in diabetic participants using a continuous subcutaneous glucose monitoring system. Eur J Clin Invest. 2005; 35(12):745-51.

  • Diabete (non-insulino dipendente)
  • Obesità
  • Osteoartrite
  • Osteoporosi
  • Mal di schiena
  • Coronaropatie
  • Alcuni tipi di cancro
  • Malattie vascolari
  • Disturbi d’ansia
  • Sindrome metabolica e fragilità nell’anziano.
    Per anni l’AS è stato identificato esclusivamente come mezzo per la riabilitazione, per la preparazione fisica in alcune specialità sportive o per il miglioramento estetico (body building). La grande diffusione di questa metodologia, una bassa incidenza di traumi ad essa legata ed una estrema modulabilità fanno dell’AS uno strumento indispensabile nel miglioramento della salute sia dei giovani che degli anziani di entrambi i sessi. Proprio per la vasta applicabilità si ritengono necessari ulteriori studi ed approfondimenti sugli effetti dei programmi di allenamento specifici a lungo termine. BIBLIOGRAFIA Conroy BP, Earle RW. Bone, Muscle, and connective tissue adaptations to physical activity. In Baechle TR (Ed.), Essential of Strength Training and Conditioning. pp. 51-66, Human Kinetics, Champaign IL, 1994. Costa RR, Lima Alberton C, Tagliari M, Martins Kruel LF. Effects of resistance training on the lipid profile in obese women. J Sports Med Phys Fitness. 2011; 51(1):169-77. Fagard RH. Exercise is good for your blood pressure: effects of endurance training and resistance training. Clin Exp Pharmacol Physiol. 2006; 33(9):853-6. Ghahramanloo E, Midgley AW, Bentley DJ. The effect of concurrent training on blood lipid profile and anthropometrical characteristics of previously untrained men. J Phys Act Health. 2009; 6(6):760-6. Guadalupe-Grau A, Fuentes T, Guerra B, Calbet JAL. Exercise and Bone Mass in Adults. Sports Med 2009; 39 (6):439-468. Keys A, Taylor HL, Grande F. Basal metabolism and age of adult man. Metabolism 1973; 22:579–87. MacDougall JD. Hypertrophy or Hyperplasia. In Komi PV (Ed) Strength and Power in Sport, pp. 230-238. Blackwell Scientific, Oxford, 1992. Peterson M, Sen A, Gordon P. Influence of resistance exercise on lean body mass in aging adults: a meta-analysis. Med Sci Sports Exerc. 2011; 43(2):249-58.Phillips SM. Resistance exercise: good for more than just Grandma and Grandpa’s muscles. Appl Physiol Nutr Metab. 2007; 32(6):1198-205.

Tang JE, Hartman JW, Phillips SM. Increased muscle oxidative potential following resistance training induced fibre hypertrophy in young men. Appl Physiol Nutr Metab. 2006; 31(5):495-501.Tittel K, Wutscherk H. Biological Basis for Stregth and Power -Anthropometric Factors. In Komi PV (Ed) Strength and Power in Sport, pp. 180-196. Blackwell Scientific, Oxford, 1992.

Yarasheski KE. Exercise, aging, and muscle protein metabolism. J Gerontol A Biol Sci Med Sci. 2003; 58(10):M918- Cauza E, Hanusch-Enserer U, Strasser B, Kostner K, Dunky A, Haber P. Strength and endurance training lead to different post exercise glucose profiles in diabetic participants using a continuous subcutaneous glucose monitoring system. Eur J Clin Invest. 2005; 35(12):745-51.

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