Resistance Training Caffè LA SECONDA PARTE DI UNA PROFONDA RIFLESSIONE SUL MOVIMENTO E SUL SUO UTILIZZO CON OBIETTIVO “FORMA E CONDIZIONE”.

LA SECONDA PARTE DI UNA PROFONDA RIFLESSIONE SUL MOVIMENTO E SUL SUO UTILIZZO CON OBIETTIVO “FORMA E CONDIZIONE”.

SUPERAMENTO DELLA DIDATTICA TRADIZIONALE

Solo l’eccellenza didattica risolve la correlazione tra insegnamento e apprendimento, poiché quanto viene insegnato non sempre viene del tutto appreso. Per questa ragione, si utilizza la progettazione didattica innovativa, centrata sull’apprendimento (non sull’insegnamento), sull’utente (non sul PT) e sulla personalizzazione dell’allenamento (Schema seguente).

Nella relazione didattica PT/utente ha valore SOLTANTO CIO’ CHE L’UTENTE APPRENDE, con l’applicazione della didattica innovativa che utilizza i molteplici canali sensoriali o stili di apprendimento, da decidere nella presentazione del corso che per gradi prevede il patto formativo, la valutazione dei prerequisiti, le fasi introduttive della progettazione didattica personalizzata.

CANALI SENSORIALI PER L’APPRENDIMENTO MOTORIO


La persona, per natura, in generale applica i molteplici canali sensoriali con le seguenti specificità che, nell’apprendimento da parte dei singoli utenti, si esprimono in prevalenti unicità correlate a proprie potenzialità cognitive, affettive e fisiologiche, a cui il PT deve adeguare gli stimoli formativi

VISIVO VERBALE (prevalenza di lettura, appunti, riassunti, istruzioni e sintesi scritte);

VISIVO NON VERBALE (immagini, grafici, disegni, foto, mappe, video, colori, indici testuali);

UDITIVO (ascolto attivo, spiegazioni orali, registrazioni, sintesi vocali, audiolibri, verbalizzazione delle conoscenze);

CINESTESICO/CORPOREO (apprendimento in azione, varie strategie manuali, modalità esperienziali sul campo, espressioni del corpo dei contenuti appresi, apprendimento facilitato con il movimento del corpo).


Anche la metodologia esperienziale utilizza tutti i canali con la notevole prevalenza del canale CINESTETICO/CORPOREO, erroneamente poco usato nei sistemi didattici, tuttavia il grande privilegio delle scienze e attività ludiche, motorie e sportive. La persona per natura è strutturata per il MOVIMENTO e per cultura può basare il suo sviluppo e la sua vita sullo stesso MOVIMENTO. Il PT ha la responsabilità – condivisa con l’utente – di adeguare il suo stile di insegnamento allo stile di apprendimento dell’utente.

La relazione didattica è basata sulla natura umana che caratterizza le persone in forte connessione tra loro, attraverso tutti i canali sensoriali (soprattutto il canale cinestesico/corporeo) che possono essere potenziati.


Il PT – professionista dell’ascolto attivo – nel porre l’utente in funzione di centralità didattica nell’allenamento, deve avere la consapevolezza che il suo comportamento potrebbe determinare relazioni contrapposte di:

passività (abbandono della responsabilità professionale e umana);

autoritarismo (barriere comunicative, disagi, ansia, conflittualità);


assertività (accoglienza, rispetto, attenzione, agio, emozione, clima generativo di valori con l’ascolto, il dialogo, l’empatia, l’inclusione).


PT: DOCENZA TRA SCIENZE NATURALI E UMANE


La formazione dinamica di uno STATO DI FITNESS, cioè di benessere totale, coinvolge l’utente nell’intera personalità, condizione che chiarisce gli obiettivi fondamentali delle scienze e attività ludiche, motorie e sportive.La persona – guidata dal PT di eccellenti competenze – entra nella sua totalità e complessità in un processo pedagogico di divertente protagonismo, a partire dall’aspetto motorio e sportivo, che funge da start. La progettazione personalizzata dell’allenamento è calibrata su tutti i sistemi del corpo e gli aspetti della personalità, su cui il PT deve porre uguale attenzione tra stimoli e recuperi. La curva della supercompensazione generata dall’allenamento, quindi, coinvolge attivamente tutta la persona.Pertanto, si deve parlare di CURVE DELLE SUPERCOMPENSAZIONI, con diversi tempi di recupero rispetto agli stimoli in virtuosa circolarità. Nello schema, le fasi dinamiche da 1 a 5 delle supercompensazioni riguardanti gli aspetti della personalità, dando al Fitness un valore formativo ed educativo e al PT la funzione pedagogica, in grado di superare la sola funzione istruttiva.

Le suddette considerazioni riconducono alla FORMAZIONE PERMANENTE DEL PT, dalle radici storiche alle criticità contemporanee di un patrimonio in costante evoluzione, come il complesso sistema di competenze in progress tra le scienze umane (pedagogia, psicologia, sociologia, didattica), naturali e gestionali, con la TRASVERSALITA’ DELLE COMPETENZE DIGITALI. Su queste basi scientifiche (e di ricerca), il PT deve agire con “PENSIERO DIVERGENTE”, insolita e difficile competenza in grado di affrontare con intuizione, creatività ed energia l’imprevedibile, l’impensabile, l’invisibile.
In questa società in costanti trasformazioni, non priva di incognite e incertezze, l’utente vuole vivere – oltre i risultati di salute e benessere totale attraverso le attività ludiche, motorie e sportive – soddisfazioni rassicuranti, sorprendenti ed emozionanti, spinte di energia psicologica e di resilienza, nella speranza di scoprire nuove dimensioni della propria personalità.
L’utente vuole affrontare il proprio tempo pure con l’aiuto delle scienze della salute e del movimento. Spesso, utenti con notevoli risultati lasciano a sorpresa le attività. L’abbandono può avere giustificate motivazioni, non ultima la delusione della mancata conquista di quei VAORI E SIGNIFICATI vitali e profondi propri delle scienze del movimento e dello sport, generati più dal divertimento e dal piacere che dalla soluzione di bisogni e problemi. L’amore per una specifica attività deve essere più forte degli obiettivi conseguiti.

PT: COMPETENZE DIDATTICHE

In premessa, si ribadisce il concetto di COMPETENZA che – come sintesi dinamica di conoscenze, abilità, attitudini, atteggiamenti, esperienze formali e informali, individuali e collettive, sociali e metodologiche di Peer Learning – è la “COMPROVATA CAPACITA’ DI MOBILITARE PROPRIE RISORSE PER CONSEGUIRE OBIETTIVI E RISOLVERE PROBLEMI”. La competenza non è quella statica descritta nel curriculum, bensì quella dinamica in ATTO, come “CONOSCENZA IN AZIONE” di costante riorganizzazione di sé stessa, con progettata esplicazione situata, oggettiva, visibile dall’esterno, misurata da altri, valutata nei risultati.
Le competenze didattiche si fondano sulla QUALITA’ DELLA RELAZIONE, a partire dal principio che “NON SI PUO’ NON COMUNICARE”, cioè che si comunica sempre, anche senza parlare poiché il COMPORTAMENTO E’ COMUNICAZIONE, attraverso tutti gli atteggiamenti, le posture e i molteplici linguaggi umani, non ultimo quello INCONSAPEVOLE DEL CORPO.


L’utente, all’inizio dello sviluppo della progettazione didattica dell’allenamento, apprende con osservazione e imitazione, cioè osservando l’esecuzione del PT a cui segue la sua esecuzione. L’essere umano possiede la classe dei neuroni specchio (mirror), base empatica, capaci di attivarsi nell’eseguire o nell’osservare lo stesso compito motorio.

È l’empatia che rende la persona un essere sociale e di identità unica, che giustifica l’allenamento PERSONALIZZATO. I neuroni specchio permettono il dialogo motorio PT/utente con l’apprendimento per imitazione, molto adatto ai principianti. L’empatia è attivata solo da competenze didattiche eccellenti. Nello schema seguente, il confronto tra la “DIDATTICA OBSOLETA” con limiti funzionali (1) e la “didattica innovativa” con ottime possibilità di successo (2), riscontrabile in PT formati tra le SCIENZ NATURALI E UMANE integrate.


DIDATTICA OBSOLETA (1)

Quindi, la didattica centrata sull’INSEGNAMENTO e sul PT è a rischio di fallimento (Schema seguente): la prevalenza del PT riduce la circolarità dei feedback, modulatori procedurali di contenuti e significati per gli obiettivi.

Tale esperienza didattica disturba l’utente che percepisce la carenza relazionale per una attività comunque alla sua portata, con la convinzione che la risorsa umana non sia al suo servizio per mancanza di competenze e rispetto. La conseguenza grave è che l’utente non utilizza facilmente le poche competenze apprese, poiché richiamandole dalla MLT per propri bisogni fanno rivivere il disagio psicologico con cui sono state conseguite.

DIDATTICA INNOVATIVA (2)

Questa metodologia è centrata sull’APPRENDIMENTO e sull’UTENTE, la cui efficienza dipende dal PT, capace di sviluppare la progettazione didattica modulata sulle sue potenzialità. Comunicare è un atto naturale; comunicare bene è il risultato di una costante educazione che conduce alle “COMPETENZE RELAZIONALI” e alle “COMPETENZE DIDATTICHE”, il cuore pulsante della docenza. Il successo formativo è generato dalla centralità dell’apprendimento e dalle competenze didattiche del PT, che subito deve promuovere nell’utente la “PERCEZIONE IMMEDIATA” dei suoi futuri benefici “COSTRUITI” con l’allenamento.

Il PT – nei limiti umani – possiede un corpo costruito nella FORMA (espressività) e nella CONDIZIONE (funzionalità), fattori di potenzialità di competenza di didattica incarnata, cioè la “CAPACITA’ DI INCORPORARE LE ESPERIENZE DEL MONDO, ESPRIMERE TUTTO IL POTENZIALE TRASFORMABILE IN AZIONI,SCELTE,DECISIONI”. La relazione didattica CINESTETICA/CORPOREA – garantita dalla presenza dell’empatia – esprime e comprende le dimensioni inconsapevoli, profonde della personalità, dove soprattutto risiede l’utente. La competenza relazionale e didattica del PT è nel sapere interpretare i feedback emotivi e cognitivi, dialogare CON l’altro e non CONTRO l’altro; è porre equilibrio e attenzione al COSA SI DICE (contenuti) e al COME SI DICE (modalità per la creazione del dialogo e l’eliminazione dei conflitti). Da questo si evince che la progettazione didattica dell’allenamento personalizzato (e di gruppo) si sostanzia e conduce al successo SOLO con relazioni didattiche positive (Schema seguente). Il risultato migliore di questa metodologia è che l’utente richiama dalla MLT le competenze da utilizzare con lo stato d’animo di come le ha conseguite: piacere, entusiasmo, energia.

APPLICAZIONE DEI PRINCIPI DIDATTICI ANALIZZATI


Con i principi fondamentali di didattica innanzi espressi (senz’altro da approfondire), si va in palestra con la peculiare metodologia esperienziale
che presume la valutazione dei parametri iniziali dell’utente e la progettazione didattica personalizzata dell’allenamento, in termini orientativi.


VALUTAZIONE E TEST: PARAMETRI INIZIALI


La valutazione inizia dai dati essenziali, notando che i dati riguardanti la persona nella sua complessità – importanti per il conseguimento di obiettivi – per discrezione, vengono gradualmente concessi dall’utente soltanto in una relazione con PT di eccellenti competenze e sensibilità professionale.


PARAMETRI ORIENTATIVI: DAGLI ASPETTI LUDICI MOTORI E SPORTIVI ALL’INTERA PERSONALITÀ

  1. IDONEITÀ ALL’ATTIVITÀ(visita cardiologia, ECG a riposo e da sforzo, spirometria, esami specifici);
  2. DATI ANTROPOLOGICI E BIOMECCANICI (rapporto H/P, tipo costituzionale, composizione corporea, esame posturale, esame cingolo scapolo-omerale, anca e caviglia);
  3. DATI SOCIALI(età, sesso, titolo di studio, professione, tempo disponibile, contesto di vita, stile alimentare e di vita, riposo, fumo, alcool);
  4. EDUCAZIONE MOTORIA E SPORTIVA (transizione)(stile di apprendimento e modalità relazionali, sport praticati, capacità motorie, deposito cognitivo, memoria motoria in relazione all’età);
  5. ESPERIENZE FORMATIVE (grado e tipo di scolarizzazione, cultura, formazione permanente in atto);
  6. COMPETENZE RELAZIONALI (sistemi di rappresentazione, stili di comunicazione e di apprendimento, capacità di ascolto, linguaggi);
  7. FATTORI PSICOLOGICI relazione nel gruppo, motivazioni, spirito agonistico, aspirazioni, determinazione, credenze, volitività);
  8. AUTOGESTIONE EMOZIONALE (positiva partecipazione emotiva e capacità di gestire le emozioni forti o negative);
  9. SPECIFICI BISOGNI O PROBLEMI (difficoltà, patologie, disfunzioni, disturbi, eventuali dipendenze).

PROGETTAZIONE DELL’ALLENAMENTO PERSONALIZZATO
Con la suddetta valutazione, è possibile organizzare la progettazione didattica dell’allenamento personalizzato, di cui la presentazione di uno schema orientativo di seguito riportato, ricordando che parte degli stessi concetti sono stati già espressi nella prima parte dell’articolo. In termini generali, la personalizzazione può essere applicata anche nelle attività di gruppo – potente stimolo di empatia e socializzazione – con le singole postazioni di allenamento con mezzi adatti ai partecipanti guidati dallo stesso PT. La progettazione deve scaturire dalla collaborazione PT/utente: la condivisione crea empatia, motivazione, senso di libertà e di responsabilità, fattori facilitanti il conseguimento degli obiettivi, in contesti stimolanti a misura umana e didattica.

IN PALESTRA PER L’APPLICAZIONE DELLE METODOLOGIE

Segue la progettazione dell’allenamento personalizzato, con l’esempio dell’esercizio Plank, in una seduta di scelte didattiche che presuppongono la presenza di specifici prerequisiti. La relazione didattica è in circolarità flessibile anche non dal punto 1. La scelta dipende dal PT, in accordo con l’utente, di cui si verificano formazione, esperienza e motivazioni.

Nota al punto 3. Per prova di professionalità, il PT utilizza, nei limiti possibili,materiale didattico di sua produzione e interpretazione, per testimoniare la propria storia formativa permanente, garante di una docenza scientificamenteed emotivamente consapevole, verificabile, comprensibile e una consistente consistenza transdisciplinare.

Nota al punto 4. In questo punto, è evidenziata la TRANSDISCIPLINARITÀ, cioè la massima integrazione delle discipline di pertinenza tra quelle naturali e umane. La transdisciplinarità – problematica da affrontare in tutti gli ambiti del sapere – contribuisce all’evoluzione epistemica delle discipline, con il deciso miglioramento della funzione di educazione, formazione e ricerca.

CONCLUSIONE
Questa seconda parte dell’articolo “APPRENDIMENTO MOTORIO E DEL FITNESS” conclude uno degli aspetti fondamentali della problematica del Fitness (e non solo) e delle competenze del PT all’interno di ogni suo contesto operativo e delle Scienze Ludiche, Motorie e Sportive.

L’articolo – frutto di riflessioni scientifiche ed esperienziali costanti – non è esaustivo di certezze, bensì è necessitante di approfondimenti, avendo criticamente l’obiettivo di aprire un dibattito a tutti i livelli, nella logica della transdisciplinarità e della formazione permanente.

Il mondo del movimento come prevenzione, salute ed educazione – qui identificato nella cultura del Fitness, in termini di benessere totale della persona e della società – deve raggiungere per libera scelta e con possibile consapevolezza ogni cittadino di qualsiasi età e condizione.

La triste vicenda del COVID 19 – chiamando in causa la categoria professionale dei PT – ha evidenziato il ritardo italiano della cultura del movimento come base della vita. La cultura del Fitness (più facile costruirla che negarla) è tra le necessità non più ignorabili della nostra esistenza nel superamento anche delle pesanti incertezze e difficoltà di ordine sociale e psicologico causate dal virus.

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